24.

E così ritorno.
Dopo l’ennesimo periodo controverso, dopo l’alternarsi lunatico di ombre e bagliori. Torno perché sono stanca di aspettare l’alba da sola ed ho bisogno di riversare questo buio altrove. Torno disillusa e sconfitta dalla paura del vuoto, dal terrore per le vertigini. Dicono che la vita sia fatta di alti e bassi, ma mai come quest’anno ho avuto l’impressione d’essere su una montagna russa senza poter scendere. E sono stufa.
Torno perché se non esorcizzo qui i miei demoni mi sembra d’impazzire. E perché ho un bisogno disperato di ritrovare la vecchia me, il mio vecchio sorriso, il mio umore fondamentalmente sereno e decisamente meno variabile.
Torno perché soprattutto nei giorni come questo (sarà la febbre che m’inchioda al letto) mi sento particolarmente insofferente e mi ritrovo a mettere giù il telefono e piangere. Perché la verità è che lo vorrei qui, ma non mi va di dirglielo perché sembrerebbe un capriccio. Così tutto quello che mi riesce e avercela con lui perché a volte non sa leggermi nella mente. E più sono le sue scuse e meno so che farmene. Torno perché sono la persona più innamorata del mondo, ma non riesco a smettere di cercare ovunque imperterrita il vero principe azzurro. Forse è proprio questo, è che nel bene o nel male non voglio arrendermi mai, ma a forza d’andar avanti così ogni certezza si sta trasformando in paradosso.
E così ritorno. Perché in queste settimane ho sentito spesso la mancanza di questo posto, del mio inferno personale steso nero su bianco, e di tutti voi, che siete i migliori angeli custodi che abbia avuto dacché è sopraggiunto il buio.